NEL BENE E NEL MALE, L`ESEMPIO ARRIVA SEMPRE DALL`ALTO


La recente querelle tra la
famiglia De Laurentiis, la Juventus e
Beppe Marotta, scoppiata dopo la partita persa dalla Juventus a Napoli, ci
fa pensare come questo mondo del pallone sia così legato a interessi di parte
tali da dimenticare il senso etico e oggettivo dell’opinione. Come tutti sanno,
l’a.d. della Juventus Beppe Marotta ha dichiarato in diretta
TV queste frasi: “Ci ha dato fastidio
l’eccessiva euforia dimostrata dal Napoli: sembra fosse l’euforia tipica di una squadra di Provincia”.
Veemente la reazione di Luigi De
Laurentiis, figlio del presidente Aurelio, che ribatte: “ Marotta, grande ignorante! Confonde il
cuore di una città unica come Napoli
per un’euforia da Provincia”. Parole e polemiche che non fanno bene al
calcio e al suo ambiente. Noi ci schieriamo da sempre con l’onestà
intellettuale, e cioè nel riconoscere la sconfitta come momento per dimostrare
la propria superiorità nell’oggettiva analisi in cui si afferma che
l’avversario ha vinto perché in quella determinata partita è stato superiore:
punto! Pensiamo dunque che, nello specifico, la Juventus avrebbe dovuto dare
atto alla sconfitta a prescindere dall’euforica reazione di una Napoli che,
dopo aver battuto meritatamente la prima della classe, ha festeggiato come un
evento da scrivere negli annali del calcio partenopeo. Ci sembra assolutamente
legittimo l’orgoglio dei napoletani e non è certo offensivo esultare di
soddisfazione dopo una partita vinta con pieno merito proprio contro la grande
Juve dal gioco spumeggiante. Napoli è così, la sua gente ha grande cuore. E’
forse eccessiva nell’esultare perché è tutta passione, ed è anche la rivincita
da tante cose legate a problemi che talora vanno oltre un pallone che rotola in
mezzo al campo di calcio. La Juventus, invece, forte del suo primato in
classifica, della sua superiorità tecnica e organizzativa che dà il senso ai tanti
record conquistati coi fatti e non a parole, avrebbe dovuto dimostrare quello
stile voluto dalla casa Agnelli, che da sempre si riflette nella sua lunga e
leggendaria storia. E’ stato davvero peccato, cadere nel tranello della
polemica squallida da cortile, non è da Juventus. La Vecchia Signora non può
ribattere alle provocazioni innescate dai rivali di turno, fa parte del gioco e
della storia del pallone a livello mondiale. Ma i fatti sono quelli che contano,
a discapito della futilità delle parole che non dovrebbero mai arrivare all’offesa. La Juve che si accinge a
conquistare il suo terzo scudetto di fila dell’era Conte, deve sapere (ma lo sa
già), che contro di lei ogni avversario gioca la partita della vita. Vincere
contro la Juve è adrenalina allo stato puro, è caricarsi di quell’autostima che
nessuna altra squadra in Italia ha il potere di dare a chi la batte sul campo.
Questo, dovrebbe essere motivo di vanto per la Vecchia Signora del Calcio Italiano
e per tutti i suoi innumerevoli tifosi sparsi in tutto il mondo. Sia chiaro,
comunque, che non intendiamo stigmatizzare quello che noi reputiamo uno
scivolone sulla buccia di banana, tuttavia, ci piace ricordare che la parola
“rispetto”, debba essere significativa di un comportamento esemplare che
società e dirigenti del calcio italiano devono dare, per essere in qualche modo
emulati nel bene anche dai loro tifosi.
Salvino
Cavallaro